aveva due azionisti principali: Mediobanca e Montedison. All’epoca il. Dott. Cuccia chiese alla Banca Lazard di rilevare la partecipazione che.

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Intervento del Presidente M. Antoine Bernheim Signori Azionisti, questa è l™ultima volta che presiedo l™Assemblea degli Azionisti della Compagnia. Mi scuserete se mi esprimerò in francese ma, non avendo preparato un discorso, mi è più facile farlo in francese che in italiano. Non è senza una vena di emozione che partecipo a quest™ultima Assemblea delle Assicurazioni Generali. Come sapete, lavoro per le Generali dal 1973 e le vicende sono state quelle che ora esporrò. All™epoca del mio arrivo nella Compagnia ero senior partner della Banca Lazard che intratteneva buoni rapporti con Mediobanca ed ero diventato anche amico del Dott. Cuccia. Quest™ultimo dirigeva allora Mediobanca ed era più anziano di quanto non lo sia io oggi. Sembra che io oggi, all™età di 85 anni, sia ormai un vecchio rimbambito; a quel tempo, invece, il Dott. Cuccia aveva 93 o 94 anni ed era ancora a capo di Mediobanca. Mediobanca era allora il cr ocevia della vita econom ica italiana e dettava legge nelle banche sue azioniste; si trattava di una situazione incredibile e riconducibile alla forte personalità del Dott. Cuccia. Non pretendo di essere rinnovato nel Consiglio di Amministrazione delle Generali. Ritengo però di aver fatto un buon lavoro. Nella mia esistenza ho avuto modo di notare che, quando si fa bene una cosa, si viene sempre castigati e questo è un ulteriore esempio di quanto sostengo: la mia età è sicuramente un pretesto. Ho sicuramente dei nemici, ma ho anche degli amici: gl i amici li conosco molto bene, mentre preferisco non conoscere i nemici. Ho trascorso 37 anni presso le Generali e, quando ho iniziato, Generali aveva due azionisti principali: Mediobanca e Montedison. All™epoca il Dott. Cuccia chiese alla Banca Lazard di rilevare la partecipazione che Montedison deteneva nelle Generali, in maniera tale che il gruppo Lazard diventasse azionista delle G enerali alla pari di Mediobanca. Fu così che fui nominato Consigliere della Compagnia. 1

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Successivamente ho ricoperto per molti anni il ruolo di Vice Presidente della Compagnia fino al 1995, quando mi fu chiesto di assumere il ruolo di Presidente esecutivo. Ciò mi cr eò non pochi problemi in quanto ero un importante partner del gruppo Lazard. La verità è che gli azionisti di riferimento della Compagnia avevano notato che Generali realizzava utili soltanto attraver so la dismissione dei suoi immobili e non attraverso il suo core business che è, per l™appunto, l™assicurazione. Gli utili venivano infatti generati dalla dismissione dello splendido patrimonio immobiliare di Generali. Io stesso notavo in occasione dei miei viaggi in Europa, quale Presidente delle Generali, a Bruxelles, a Genova o in altre città, i meravigliosi immobili che facevano parte del patrimonio immobiliare della Compagnia. In quelle circostanze i collaboratori locali erano soliti dirmi che questi immobili erano appartenuti alle Generali e che erano stati dismessi con lo scopo di sistemare i bilanci della Compagnia. Del resto anche durante le riunioni del Consiglio di Amministrazione mi rendevo conto che i tre quarti del tempo veniva impiegato per discutere di operazioni immobiliari. Sicuramente la proprietà immobiliare è molto importante per una compagnia assicurativa, perché rappr esenta una garanzia per quel che riguarda le riserve tecniche. Successivamente sono diventato Presidente Esecutivo della Compagnia e ritrovo oggi, in questa sala, non senza emozione, molti dei miei collaboratori. Fra gli altri ci sono anche i due Amministratori Delegati. Uno di questi è il Dott. Perissinotto, considerato dal Dott. Gutty, l™allora Amministratore Delegato, il suo assistente. Per quanto riguarda l™altro Amministratore Delegato qui presente, il Dott. Balbinot, invece, non so bene di quale considerazione godesse. Nel corso di questi quattro anni ho reso possibile l™uscita del Dott. Perissinotto dall™anticamera nella quale era stato collocato, consentendogli di diventare Amministratore Delegato. All™epoca era sicuramente raro poter fare simili avanzamenti di carriera, in quanto era necessario essere anziani per realizzare la propria crescita professionale. Gli avanza menti erano allora dettati dall™età. Oggi, invece, si può anche indietreggiare ed io ne sono l™esempio. 2

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Per quel che riguarda il Dott. Balbinot, desidero dire che è una splendida persona; ha solo un difetto: è talment e gentile e buono che crede che il genere umano sia gentile. Come sapete, lui parla tutte le lingue, ed è una bellissima cosa avere nella Compagnia una persona con tali capacità. Nel corso della mia presidenza sono state realizzate acquisizioni di grande interesse: una molto importante è stata compiuta in Cina, dove siamo diventati il secondo operatore straniero nel Ramo Vita. Ho il sospetto che il Dott. Balbinot stia imparando il cinese; non lo vuole confessare, ma so che tiene molte conferenze in Cina, presso sedi molto importanti. Una volta diventati Amministratori Delegati, il Dott. Balbinot e il Dott. Perissinotto hanno svolto insieme un ottimo lavoro. Insieme abbiamo iniziato a rilanciare le assicurazion i, abbiamo fatto in modo che questo settore diventasse nuovamente redditizio, e non è stata impresa da poco. Abbiamo poi preso in considerazione le operazioni di crescita esterna, in modo che questa Compagnia ritrovasse il suo prestigio nel mondo. Desidero raccontarvi un aneddoto curioso sulla storia di questa Compagnia. Generali fu creata a Trieste da famigl ie triestine a voi tutti note. La Compagnia si meritò in breve te mpo un™ottima fama, pur rimanendo a lungo una società di modeste dimensioni. Quando arrivai in Generali non ebbi bisogno di chiedere i dati relativi agli anni ™50 e ™60, in quanto già li conoscevo, essendo allora membro del consiglio di amministrazione di Concorde, una controllata francese delle Generali, allora diretta da André Rosa, personalità molto importante e significativa, che molti di voi hanno avuto modo di conoscere. Devo rilevare che all™epoca il fatturato consolidato delle Generali non era molto elevato a livello mondiale e anche le riserve tecniche si dimostravano appena sufficienti. Nel corso dei miei quattro anni di presidenza, insieme ai miei colleghi, sono riuscito a fare in modo c he il fatturato consolidato mondiale 3

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raddoppiasse e che la capi talizzazione in borsa venisse moltiplicata per quattro. Dopodiché abbiamo pensato anche a operazioni di crescita esterna. La prima, concertata interamente con la famiglia Werthein, una famiglia argentina degna di grande rispetto, è consistita nel rilevare una compagnia di assicurazione che era stata nazionalizzata e poi riprivatizzata in Argentina e che oggi è la prima compagnia sul mercato argentino, dove Generali è molto forte. Un altro territorio molto interessante, dove detenevamo una buona posizione, è il Brasile anche se i miei predecessori non la pensavano come me. Sono state altresì condotte anche molte altre operazioni, tra le quali una in Medio Oriente. Eravamo, infa tti, azionisti di minoranza di una compagnia assicurativa molto important e in Israele, la Migdal. Un giorno ricevetti la visita del presidente della Bank Leumi, l™azionista di maggioranza di questa compagnia assicurativa, il quale mi comunicava che, a causa di nuove normative, di prossima entrata in vigore, gli veniva proibito di detenere una partecipazione nel settore assicurativo. Convinsi allora i miei amici ad acquistare questa partecipazione, convinto appunto che, alla luce dei negoziati di pace in corso all™epoca tra Rabin e Arafat, si sarebbe a breve conclusa la pace in Medio Oriente. Migdal avrebbe conseguentemente po tuto svilupparsi in modo importante in Israele, in Palestina e negli altri Paesi del Medio Oriente. Nel 1999 il totale della raccolta premi della Compagnia era pari ad Euro 38 miliardi, mentre le riserve tecnic he erano pari ad Euro 139 miliardi. In quegli anni il management veniva rinnovato con cadenza annuale. Sempre nel 1999 fu deciso di non rinnovare il mio incarico. Si trattò di una sorta di abuso di potere, in quanto rappresentavo Mediobanca e godevo di una posizione importa nte sia presso le Generali che presso la Lazard. All™epoca avevo comunque trascorso mo lto tempo in Italia e, tutto sommato, Lazard vedeva di buon occhio un mio rientro professionale presso il loro gruppo, in quanto ritenevano che io trascorressi troppo tempo in Italia. 4

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Non fui tuttavia rinnovato alla presidenza di Generali e, anche allora, l™età era stata presa in consideraz ione. Ma la vera ragione del mio mancato rinnovo, come mi risultò più chiaro in un secondo momento, è da ricondursi ad una storia piuttosto bizzarra. All™epoca dei fatti il Direttore Generale di Mediobanca era il Dott. Bragiotti, un collaboratore molto valido di Mediobanca, che purtroppo aveva dei problemi a relazionarsi con l™Amministratore Delegato dell™epoca, il Dott. Maranghi. Quest™ultimo, del quale onoro la memoria, era persona molto corretta, ma aveva un carattere difficile e, come noto, le eminenti personalità solitamente non hanno un buon carattere; fa eccezione il Dott. Balbinot, che è eminente e angelico allo stesso tempo. All™epoca dei fatti che racconto il Dott. Cuccia considerava il Dott. Maranghi quale suo figlio spirituale. Per questa ragione decise di licenziare il Dott. Braggiotti, il quale si ritrovò a disposizione sul mercato del lavoro. Ricevette allora delle o fferte professionali in Francia da Paribas, da Rothschild e a me venne l™idea di assumerlo presso Lazard. E così fu. Il Dott. Maranghi aveva però anche uno spirito piuttosto complicato e quindi pensò che io avessi concluso deg li accordi segreti insieme al Dott. Braggiotti, in modo da sottrarre tutti i clienti di Mediobanca per farli poi confluire presso Lazard. Tale ipotesi non fu mai da me cons iderata neppure per un momento. Di lì a breve il Dott. Cuccia e il Dott. Maranghi vennero a farmi visita durante un mio soggiorno in montagna con il preciso scopo di porgermi le loro scuse, che alla fine accettai sebbene con difficoltà, in quanto ero stato umiliato una prima volta. A queste umiliazioni si finisce in fondo per abituarsi pertanto questa volta non mi formalizzerò troppo. Non fui quindi rinnovato all™epoca; però, mi fu detto in un secondo momento che avrebbero atteso la prima opportunità possibile per farmi rientrare. La vita ha dei risvolti abbastanza strani, perché poco dopo intervenne un cambiamento nella compagine azionaria di Lazard con l™ingresso di una personalità che forse aveva molto talento, ma con la quale io non intrattenevo ottime relazioni. Per circa tre mesi non ho ricoperto un posto importante, ed infatti, come ebbe modo di dirmi un amico, il telefono non suonava più molto di frequente. 5

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Dopo di che Lazard decise di vender e la sua partecipazione in Generali e fui io a convincere Lazard a cedere questa partecipazione a Mediobanca, che fu particolarmente lieta. Non so se feci bene, ma agii comunque in quel modo e successivamente, per poter rientrare nel Consiglio di Amministrazione, come mi disse il Dott. Cuccia, avrei dovuto acquistare delle azioni di Mediobanca. In quell™occasione mi venne in aiuto il mio fedele amico Vincent Bolloré, in quanto io non disponevo di denaro a sufficienza per realizzare tale operazione. In tale maniera Vincent Bolloré entrò a fare parte dell™azionariato di Mediobanca. All™inizio il Dott. Mar anghi si disse veramente molto lieto, ma poi cominciò a pensare che, nonostante avesse consolidato la posizione dell™azionariato della banca, qualcuno avrebbe potuto rimproverargli di aver venduto Mediobanca ai frances i. E per questa ragione fu meno contento. Per quel che mi riguarda, venni rinnovato alla presidenza delle Generali grazie anche al sostegno forte ed alla amicizia di Vincent Bolloré, al quale sono sempre grato. In tema di gratitudine conoscete il mio pensiero. Ho quindi assunto nuovamente la presidenza di Assicurazioni Generali. Qualche tempo dopo, fu organizzata una cordata bancaria per attaccare le Generali. Tale operazione fu scoperta grazie al Dott. Perissinotto che, scrutando il mercato, si accorse che venivano realizzate operazioni strane. Generali, per parare il colpo, stava comprando azioni dell™Unicredito e, contemporaneamente Unicredito stava facendo altrettanto. Ci si rese conto da questi fatti che la cordata era stata costituita per prendere il controllo delle Generali e per fare in modo che il Dott. Maranghi venisse definitivament e allontanato dal suo posto e che io seguissi la sua stessa sorte. Due banche si sono comportate divers amente dalle altre; due banchieri, in modo particolare, e ne voglio ricordare uno: l™allora presidente del San Paolo IMI, Dott. Masera. Egli rifiutò di aderire a quella cordata; inoltre il Dott. Geronzi, che sarà il vostro futuro presidente, cercò di calmare il 6

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seconda guerra mondiale. Risulta in tu tti i casi difficile lavorare nei paesi che sono stati occupati dai regimi co munisti, in quanto la loro situazione economica continua ad essere abbastanza fragile e appare difficile intravedere possibilità di crescita in paesi quali la Romania, la Bulgaria o anche l™Ungheria. Non si deve tuttavia demordere ed io sono pertanto sicuro che Generali riuscirà nel suo intento. Quando è stata negoziata l™operazione con Ceska, contemporaneamente sono inizia ti i contatti con l™oligarca Deripaska, principale assicuratore russo . All™inizio di queste trattative il Signor Deripaska, uomo molto ricco, si trovava in una situazione economica piuttosto critica, ma stava lentamente ricostituendo la propria fortuna. Tanto più il Signor Deripaska si a rricchiva tanto più i negoziati si facevano difficili. Al momento i negoz iati non hanno sortito alcun effetto. Ritengo che sia nell™interesse delle Ge nerali essere presenti in Russia. Io non ci sarò più, ma anche se ci fossi stato ancora, non ci sarei andato personalmente. Come noto, in Russia, ad esempio, non esiste l™assicurazione Vita, che costituisce un istituto particolarment e utile per l™umanità, perché se è certamente vero che Generali vende pol izze assicurative in quanto tali, è altrettanto vero che molti privati investono i loro risparmi nelle assicurazioni piuttosto che in alcune banche. Per questa ragione è opportuno perseverare e tentare di riconquistare questi ambiti per favorire la crescita esterna. Noto inoltre la presenza in sala del Dr. Winterstein. A tal riguardo desidero sottolineare, con riferimento alle operazioni di successo da noi condotte, che Generali è la seconda Compagnia sul mercato tedesco. Tutto questo è stato possibile grazie all™OPA su AGF Œ Assurances Générales de France Œ, e per motivi ancora oscuri, tra l™altro ne avevo parlato con il Ministro francese, Strauss-Kahn, che però non avevo avvisato in anticipo: l™operazione non è stata accettata. Misi pertanto in guardia Strauss-Kahn, facendogli pres ente che, qualora l™operazione non fosse stata conclusa dal gruppo Generali, sarebbero arrivati i tedeschi di Allianz. E così fu. Vennero infatti stretti successivamente altri accordi con Allianz. In seguito furono condotte delle negoz iazioni, che portarono alla cessione di tre o quattro compagnie assicurative, il gruppo AMB. 8

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Si è continuato quindi con le operazioni di fusione e di ricostituzione della società, e Generali ha quindi acquisito la seconda posizione sul mercato tedesco. Inoltre, per quanto riguarda il Dr. Winterstein, so che non è rimasto nel Consiglio di Amministrazione della società tedesca. Sono cose che capitano e che capiteranno anche ad altri. Per quel che riguarda i risultati o ttenuti, si può evidenziare come il fatturato consolidato mondiale del Gruppo Generali sia oggi pari a Euro 70 miliardi, mentre le riserve te cniche ammontano ad Euro 320 miliardi. Quando ho iniziato, circa 40 anni fa, il fatturato consolidato mondiale della Compagnia era pari ad Euro 1 miliardo, mentre le riserve tecniche erano pari a Euro 2 o 3 miliardi. Questi risultati confermano un buon lavoro svolto da parte nostra. Oggi mi si rimprovera talvolta di aver parlato di aumento di capitale per la Compagnia. C™è stata una crisi molto importante, cui ha fatto seguito anche una crisi finanziaria molto fort e. Le crisi economiche sono cicliche e non è possibile evitarle; in questo caso si è aggiunta una crisi finanziaria, provocata dalla mancanza di professionalità o di competenze di giovani banchieri che hanno inventat o i prodotti strutturati e poi le cartolarizzazioni. Con tale condotta sono stati immessi nel mercato diversi titoli tossici, che hanno compromesso l™economia del mon do intero. Tuttavia le Generali, nella loro saggezza, e sotto la direzione del vecchio rimbambito che vi sta parlando, non hanno acquistato alcun titolo di questo tipo. Anche il Dott. Perissinotto e il Dott. Agrusti hanno la loro parte di merito in questa operazione. Come infatti ricorderete, due anni fa, proprio durante l™Assemblea degli Azionisti, sono stato pesantemente attaccato dall™Azionista Serra, che rimproverava alla Compagnia di non avere una gestione finanziaria abbastanza dinamica. Le Generali, desidero sottolinearlo, non hanno investito in titoli subprime e non sono state contagiati dalla malattia dilagante provocata da questi ultimi. Il problema è che le compagnie a ssicurative, come noto, hanno un asset particolarmente important e, rappresentato dalle riserve tecniche che servono a pagare i sinistri e anche le pensioni. 9

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Saggiamente il gruppo Generali ha investito in titoli di stato la maggior parte di queste riserve tecniche. Va tuttavia precisato che oggi i tassi d™interesse sono veramente molto bassi e, quindi, i titoli di stato non fruttano alcunché. Va altresì sottolineato che, su un tota le di Euro 300 miliardi di riserve tecniche, solo il 7% è investito in azioni dove, come noto, la perdita a seguito della crisi ha inciso in misura pari al 50%. A ciò va aggiunto il fatto che gli IFRS ci obbligano a iscr ivere in bilancio delle perdite che non abbiamo effettiva mente conseguito, perché i titoli vanno iscritti in base alla quotazione del giorno, e al momento noi non abbiamo venduto alcunché; comunque sia, abbiamo dovuto imputare queste perdite in parte al conto economico ed in parte maggiore al patrimonio netto. Il patrimonio netto è stato particolarmente colpito dalla crisi, anche se ora la situazione sta migliorando. Si prospettano quindi due eventualità, una sgradevole e un™altra gradevole. Da un lato ci sono le regole di Solvency II, che obbligano appunto ad aumentare il patrimonio netto anche se la situazione non risulta completamente stabilizzata. Queste nuove normative non sono di immediata applicazione. Va poi considerato il fatto che le Generali devono continuare a intravedere e immaginare operazioni di crescita, perché una società che non si sviluppa è una società che inizia a morire. E noi non abbiamo il margine di manovra per poterlo fare, mentre avremmo potuto farlo. Desidero ora addurvi un esempio antecedente alla crisi. Con il grande amico Tarak Ben Ammar avremmo potuto far entrare del capitale libico nella Compagnia attraverso un™operaz ione di aumento di capitale riservato. Il titolo valeva all™epoc a Euro 20 per azione e avevamo trovato un accordo per una vendita ad Euro 25 per azione. Tuttavia, un azionista del quale non desidero rivelare il nome si è opposto, in quanto proponeva Euro 29 per azione, con la conseguenza che il capitale libico non è affluito. Comunque, nonostante la grande crisi che ha investito il mercato, c™è parecchia liquidità in circolazione. Devo dire che nella mia gestione delle Generali ho sempre pensato che questa società sia una società italia na; benché io sia francese, sapete che ho sempre difeso l™italianità di questa azienda, che contribuisce al prestigio dell™Italia nel mondo e in Europa. 10

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Ho inoltre sempre sostenuto che l™interesse della Compagnia sia superiore a quello di qualsiasi azionista, per quanto meritevole esso sia. In tutti i casi non si è dato seguito all™aumento di capitale. Inoltre, JPMorgan mi ha comunicato di aver immaginato l™operazione di finanziamento in modo tale da consentire a Prudential di riacquistare alcune attività di AIG in Asia. Mi è stato detto che sono riusciti a raccogliere 30 miliardi di dollari senza grossi problemi, vista la liquidità sul mercato. Avevo immaginato queste operazioni, soprattutto in relazione all™Asia e al Brasile. Il Brasile rappresenta si curamente un grandissimo ambito di crescita, in quanto ha beneficiato, in ques ti ultimi anni, di un presidente eccezionale. Al momento non ci sono più contatti e quindi non si parla più. La situazione è ad un punto di stallo. Sono fermamente convinto che sia necessario pensare alla crescita della Compagnia attraverso operazioni di questo tipo. Inoltre, sottolineo l™importanza di un ulteriore tema che riguarda i nostri paesi: quello relativo alle pensioni. Ero solito andare ai convegni dello studio Ambrosetti a Villa d™Este e due anni fa due scienziati americani, tra cui un Nobel, hanno affermato che i bambini che nascono oggi vivranno cent™anni. Il mio pensiero è andato subito a chi si farà carico di pagare le pensioni di tutte queste persone. La soluzione non è sicuramente rappresentata da una riforma che prevede l™allungamento di uno o due anni dei contributi da versare. Non sostengo che l™età pensionabile debba essere portata a 85 anni, ma quanto meno a 75 anni. Le compagnie assicurative hanno un ruolo importante da svolgere per supplire alle carenze del sistema pubblico pensionistico in Italia, in Francia o negli altri paesi. Vorrei ora rivolgere un saluto a tutti i collaboratori delle Generali. L™altro giorno ho avuto un incontro con tutti i Dirigenti a Trieste e alcuni mi hanno chiesto quale sarà il loro futuro, al termine della mia presidenza. Intravedo in sala il dott. Cirasola, presidente degli agenti Generali. La rete degli agenti delle Generali è la rete più bella del mondo dotata di Agenti dalla professionalità veramente straordinaria. La situazione 11

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