L’inquinamento ambientale viene definito come la variazione delle salute.it/sicurezzaChimica/documenti/ConvenzioneStoccolma.pdf.
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1 INQUINAMENTO ÒPer tutto lÕ800 lÕuomo ha dato battaglia alla sporcizia . Si faceva un gran parlare di citt‹ lavate, si era ossessionati dalla necessit‹ d i fogne, di condotti per le acque nere. Quando lÕacqua arrivŸ nelle case dei cittadin i si cominciŸ a parlare di pulito e nacque lÕamore per il sapone. Ma ‘ curioso che proprio in quel secolo sia cominciato quel processo che porter‹ ad una nuova forma di sporco, lÕinquinamento.Ó Tratto da ÒIl ProfumoÓ , Skind P. , 1985 Ð citato nel documen tario Oma e Chimica LÕobiettivo di questa scheda di approfondimento ‘ quello di tentare di mettere in luce la complessit‹ legata alla trattazione del la tematica senza avere la pretesa di esaurire lÕargomento ma cercando di offrire una variet‹ di sguardi e di spunti riflessivi da cui eventualmente partire per sviluppare percorsi didattici interdisciplinari. Il testo della scheda generale ‘ suddiviso in due sezioni: 1) Una visione dÕinsieme , i l cui testo va affiancato alla mappa concettuale riportata in f ondo. La mappa presenta colorazioni e forme distinte che stanno ad indicare differenti ma complementari punti di vista con cui trattare il tema, oltrech” possibili collegamenti con altre tematiche. I concetti variamente colorati indicati schematicamente ne lla mappa si ritrovano nel testo ad indicare lÕintrecciarsi continuo delle differenti prospettive. 2) Alcuni spunti di riflessione didattica , in cui possono essere offerti stimoli molto diversificati, da attivit‹ piš o meno strutturate, a strumenti conce ttuali particolarmente rilevanti o riferimenti a testi, ecc., il cui senso ‘ quello di promuovere la progettazione di percorsi interdisciplinari che valorizzino e integrino le diverse prospettive .
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2 Una visione dÕinsieme LÕinquinamento: come viene de finito LÕinquinamento ambientale viene definito come la variazione delle caratteristiche chimiche, fisiche o biologiche dellÕaria, dellÕacqua, del suolo e della ecosfera piš in generale, a seguito dellÕimmissione nellÕambiente di materia e/o energia in qua ntit‹ tali da provocare effetti negativi immediati e/o a lungo termine, diretti e/o indiretti, sulla salute umana o la qualit‹ dellÕambiente. Nel parlare di inquinamento si puŸ correre il rischio di essere riduttivi , poich” non ‘ facile costruire il signi ficato di un concetto di questa portata: in generale infatti, a seconda del tipo di sorgente, del tipo di immissione e del mezzo con cui si propaga , possiamo parlare di inquinamento atmosferico, acustico, luminoso, termico, dellÕacqua, del suolo, da radiaz ion i ionizzanti e non , da vibrazioni , indoor (inquinamento dellÕaria allÕinterno), genetico, ecc. NellÕaffrontare il tema cercheremo di individuare alcune caratteristiche che rendono questo concetto cosfi ampio e complesso. Le mille identit‹ dellÕinquinam ento Si parla di inquinamento quando ci si occupa di sostanze microscopiche che disperdiamo in aria , acqua e suolo e che sfuggono ai nostri sensi, ma ‘ anche inquinamento il versamento di petrolio (si veda il documentario Nunca Mais Ð La marea nera e Turr on de chapapote ) come quello che proprio di recente (Aprile 2010, piattaforma petrolifera Deepwater Horizon) ‘ avvenuto lungo le coste degli Stati Uniti e le cui immagini hanno colpito i nostri occhi di fronte a giornali e notiziari. é inquinamento il bagl iore luminoso che di notte nelle moderne citt‹ ci sovrasta e ci impedisce di veder le stelle ( inquinamento luminoso ), o il getto di aria calda dei condizionatori che lambisce le nostre gambe mentre camminiamo lungo un marciapiede in estate e che contribuis ce a riscaldare lÕaria gi‹ rovente (esempio di inquinamento termico ). é una storia di inquinamento ( inquinamento genetico ) quella del persico del Nilo, introdotto dallÕuomo nel lago Vittoria in Tanzania nel 1954. Questo pesce predatore ha completament e alterato la ricca fauna lacustre oltre agli equilibri economici e sociali del luogo.
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3 Sono studi sull Õinquinamento indoor che ci s uggeriscono di viaggiare in bicicletta nelle aree urbane trafficate, poich” i livelli degli inquinanti allÕinterno delle automobi li risultano molto piš elevati rispetto a quelli dellÕaria esterna circostante 1, o che hanno contribuito, a partire dagli anni Õ70, alla formulazione di leggi e norme per prevenire unÕeccessiva esposizione alle fibre di amianto per cittadini e lavoratori d elle industrie ( si veda il documentario Indistruttibile ). é ancora inquinamento ( da radiazioni ionizzanti ) ciŸ che costringe i bambini della Bielorussia a trascorrere soggiorni in altri paesi dellÕEuropa occidentale per ridurre la quantit‹ di radioattivit‹ assorbita dall’organismo, grazie alla permanenza in un ambiente meno contaminato e ad una alimentazione priva di radionuclidi 2 (si veda il documentario Noi siamo lÕaria non la terra ). Ed ‘ ancora connesso con lÕinquinamento ( acustico ) il disagio dei citta dini che vivendo in prossimit‹ di un aeroporto, sono costretti a convivere con il rumore generato dal costante passaggio di aerei in decollo o in atterraggio ; o ancora le perplessit‹ di chi invece vive o lavora in prossimit‹ di fonti di radiazioni elettrom agnetiche non ionizzanti come emittenti radiofoniche, grandi elettrodotti o antenne per telefonia cellulare, i cui effetti sulla salute umana peraltro non sono ancora chiari. E per concludere possiamo ancora dire che ‘ una storia di inquinamento ( spaziale ) anche quella delle migliaia di rottami orbitanti che viaggiano ad una velocit‹ di circa 28.000 Km/h, dispersi nellÕarco di 45 anni di esplorazioni spaziali 3. La Òrelativit‹Ó dellÕinquinamento La caratteristica di ÔinquinanteÕ non ‘ assoluta ma piuttost o relativa al contesto e alla quantit‹ . Ad esempio, lÕozono (formula chimica O 3) gi‹ in piccole percentuali risulta nocivo se presente nello strato piš interno dellÕatmosfera, causando problemi ai sistemi respiratori di uomini e animali. Risulta invece est remamente utile o meglio indispensabile nel secondo strato atmosferico (la Stratosfera) dove ‘ 1000 volte maggiore e dove costituisce uno strato che protegge gli esseri viventi e gli ecosistemi dagli effetti nocivi delle radiazioni UV provenienti dal sole. Le attivit‹ umane ne stanno provocando un aumento di concentrazione laddove dovrebbe essere bassa (componente dello 1 Miller G. T. JR., Scienze ambientali Ð Lavorare con la terra, EdiSES, Napoli, 2002. 2 Per maggiori informazioni sui soggiorni si veda www.mondoinc ammino.org , sugli effetti dei contaminanti radioattivi si veda www.chernobyl -today.org . 3 http://www.asi.it/it/news/detriti_spaziali_che_f are
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4 smog fotochimico 4) e una diminuzione laddove dovrebbe essere piš elevata (fenomeno del buco dellÕozono ). Un altro esempio molto vicino all a quotidianit‹ ‘ costituito da alcuni nu trienti (composti di a zoto e fosforo) impiegati in agricoltura intensiva per una migliore crescita delle piante (collegamento con la scheda generale Alimentazione ). I nutrienti non assimilati dai vegetali (si stima che solo il 50% dei nutrienti distribuiti venga assimilato dalle colture 5) si disperdono perŸ nellÕambiente e possono accumularsi in quei bacini in cui il ricambio dÕacqua ‘ molto lento. LÕaumento dei nutrienti provoca unÕalta crescita degli organismi foto sintetici acquatici, che una volta morti costituiscono unÕabbondante scorta di cibo per gli organismi decompositori il cui lavoro perŸ fa diminuire lÕossigeno disponibile nellÕacqua mettendo a repentaglio la vita di altri organismi come ad esempio i pesci (fenomeno dellÕ eutrofizzazione ). LÕinquinamento incontenibile e ÔtrasformistaÕ La materia o lÕenergia immesse nellÕambiente e responsabili dellÕinquinamento non stanno ferme e tanto meno rispettano i confini di citt‹, regioni o nazioni. In alcuni casi so no le sorgenti dÕinquinamento stesse ad essere in movimento e/o estremamente diffuse, pensiamo ad esempio ad automobili ed aerei o ai numerosi impianti industriali, che consumano combustibili fossili in tutto il mondo liberando anidride carbonica Ð uno dei gas serra responsabili del fenomeno globale del caos climatico (collegamento con scheda generale Caos Climatico) . Mentre quando la sorgente ‘ stazionaria ‘ g razie a fenomeni naturali quali i venti, le correnti marine o il ciclo dellÕacqua che tutto si spo sta con tempi e modalit‹ differenti. Questi fenomeni da un lato permettono la dispersione degli inquinanti riportandone quindi le concentrazioni a livelli non tossici, ma dallÕaltro, mettendo tutto in connessione, fanno sfi che unÕazione inquinante locale p ossa avere ripercussioni su un territorio piš ampio se non addirittura a livello globale. Basti pensare ad esempio alla recente eruzione del vulcano islandese (Aprile 2010) che ha provocato una enorme nube di gas e polveri giunte sino allÕEuropa settentri onale e occidentale, 4 Lo smog fotochimica ‘ una miscela di agenti inquinanti che si forma sotto lÕinfluenza della luce solare; si puŸ ottenere un insieme di oltre 100 agenti chimici, dominati dal lÕozono . Piš le giornate sono calde , maggiore ‘ il livello di ozono e di altri componenti presenti nello smog fotochimico. 5 Smil V., Global material cycles, Enciclopedia of Earth, www.earthportal.org , 2007
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5 bloccando per giorni il traffico aereo, o agli ammassi di plastica scoperti nellÕoceano Atlantico, Pacifico ed Indiano dove per lÕeffetto di venti e correnti oceaniche vanno ad accumularsi oggetti in plastica provenienti da tutto il mo ndo ( si veda il documentario Addicted to plastic ). Oppure ancora, alcuni studi hanno messo in evidenza come circa il 10% dello smog presente sulla costa occidentale degli Stati Uniti sia di origine asiatica 6. Le sostanze chimiche, potenzialmente inquinanti , quando immesse nellÕambiente vengono indicate come inquinanti primari . Quando alcuni di questi inquinanti primari reagiscono tra loro o con altre componenti ambientali, o subiscono trasformazioni nel corso della loro ÒesistenzaÓ, possono dare origine a n uovi agenti inquinanti detti inquinanti secondari . Un esempio noto ‘ costituito da alcuni prodotti della combustione dei combustibili fossili, come certi ossidi di azoto o z olfo (inquinanti primari), che una volta immessi in atmosfera possono ad esempio re agire con piccoli quantitativi di acqua generando composti acidi che torneranno sul suolo o in bacini dÕacqua come precipitazioni acide (pioggia, neve, ecc.). Spesso nel tentativo di ridurre lÕinquinamento atmosferico generato dalla combustione di grosse q uantit‹ di carbone e petrolio nelle centrali termoelettriche e nelle industrie, sono state impiegate altissime ciminiere: questa strategia riduce lÕinquinamento locale ma non rappresenta una soluzione, aumentando semplicemente lÕinquinamento nelle zone sot tovento. LÕinquinamento non solo puŸ compiere distanze piš o meno lunghe ma puŸ passare agevolmente dallÕatmosfera, alla litosfera e idrosfera sin anche alla biosfera . I composti tossici possono infatti superare anche le barriere protettive degli organismi viventi ed accumularsi in organi e tessuti, grazie anche al processo di bioamplificazione che consiste, come vedremo anche in seguito, nel trasferimento delle sostanze tossiche lungo la catena alimentare dai produttori o consumatori primari sino ai super predatori incluso lÕessere umano. 6 Miller G. T. JR., Scienze ambientali Ð Lavorare con la terra, EdiSES, Napo li, 2002.
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6 I ÔrivelatoriÕ dellÕinquinamento Ma come si fa a sapere se lÕambiente in cui viviamo ‘ inquinato? La qualit‹ dellÕambiente viene monitorata attraverso lÕutilizzo di indicatori ambientali, parametri in grado di descrivere e/o misurare variabili significative in termini di caratteristiche chimico -fisiche e biologiche dellÕambiente. Difficilmente un unico indicatore ‘ in grado di descrivere in modo esaustivo lo ÔscenarioÕ ambientale che si presenta. Per questo motivo solitame nte si fa ricorso ad una molteplicit‹ di indicatori denominata indice ambientale sintetico . Gli indici ambientali sintetici sono aggregazioni di piš indicatori parziali relativi alla qualit‹ di un certo contesto. La presenza di inquinanti e gli effetti ch e questi hanno sui diversi ambienti vengono rilevati sia attraverso analisi chimico -fisiche sia mediante lÕosservazione di specifici organismi animali e vegetali ( indicatori biologici ). Nel caso degli indicatori biologici si va ad osservare se in una con dizione ambientale diversa dalla norma specifici organismi variano in termini di presenza, abbondanza o assenza, o se vi ‘ manifestazione di modificazioni a livello morfologico e strutturale, o ancora se vi ‘ accumulo a livello metabolico di alcuni inquina nti in concentrazioni superiori rispetto allÕambiente circostante. Le Òresponsabilit‹Ó dellÕinquinamento Il termine inquinamento ‘ un emblematico esempio del linguaggio scientifico nominale 7 in cui i processi, in questo caso lÕinquinare, ÔperdonoÕ sogg etto, verbo, e complemento, e assieme a questi lÕesplicitazione delle responsabilit‹. Chi provoca lÕinquinamento? Come ‘ scritto nei manuali di ecologia le sostanze chimiche, potenzialmente inquinanti, possono derivare da eventi naturali (come ad esempio l e ceneri e i gas serra emessi dai vulcani) o da attivit‹ umane. Parlando di inquinamento ‘ quindi importante interrogarsi sul proprio personale contributo nel generarlo. In alcuni casi abbiamo delle responsabilit‹ dirette, come quando siamo alla guida dell a nostra autovettura; in altri casi abbiamo delle responsabilit‹ indirette, come quando acquistiamo un bene di consumo il cui processo produttivo ha emesso sostanze inquinanti nellÕambiente. 7 Camino E. & Dodman M., Language and Science , in Science, Society and sustainability (a cura di) Gray D., Colucci -Gray L., Camino E., Routledge, New York, 2009
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8 forme di inquinamento . Ad esempio, nel trattato del 1661 Fumifugium , lo scrittore inglese John Evelin descrive come il cosiddetto Òfumo perniciosoÓ di Londra, quello prodotto dalla combustione del carbone, Òuccide le nostre api e i fiori, non consentendo a nulla di sbocciare n ei nostri giardiniÓ. Lo stesso scrittore fa notare che quando, a causa della guerra civile, a Londra non fu possibile scaldarsi bruciando il carbone, gli alberi produssero frutti in quantit‹ e qualit‹ Òmai viste primaÓ. Con lÕavvento della rivoluzione indu striale, i fenomeni di inquinamento subiscono una notevole impennata . Aumentano le dimensioni delle citt‹, aumenta il consumo di carbone per uso domestico, industriale e per la produzione di energia nelle centrali termoelettriche, aumenta la produzione di sostanze di scarto che vengono riversate nellÕaria, nellÕacqua e nel suolo. I primi a provare sulla propria pelle gli effetti collaterali dellÕindustrializzazione sono stati gli agricoltori e i proprietari terrieri inglesi che vedevano ridursi le rese dei loro campi. Dalle loro proteste sono nati i primi provvedimenti legislativi volti a ridurre o controllare lÕinquinamento, come lo Smoke Prohibition Act del 1821 9, lo Smoke Nuisence Act del 1853, lÕ Alkali Act del 1862 e il Public Healt Act del 1872. QuestÕ ultima legge, in realt‹, ha reso inefficaci quelle precedenti che, in qualche modo, danneggiavano il sempre piš forte e influente potere industriale. Bisogna considerare che gi‹ in questa epoca, nellÕimmaginario collettivo il progresso era un qualcosa che non poteva essere arrestato e le cui conseguenze negative dovevano essere tollerate. Per certi versi queste conseguenze non venivano nemmeno percepite come negative e, ad esempio, il fumo che oscurava lÕaria delle citt‹ veniva visto di buon occhio perch” a ssociato allÕoccupazione, alla prosperit‹ economica e al progresso, appunto. Ancora oggi, in seguito a disastri ambientali o alla pubblicazione di dati scientifici che dimostrano i danni provocati da determinate attivit‹ antropiche, la reazione collettiva si basa sulla retorica del progresso inarrestabile e della paura di tornare indietro al Medioevo. Ad ogni modo, il mondo agricolo ha subito le conseguenze negative dellÕinquinamento prodotto da quello industriale e urbano . Con il tempo si ‘ dovuto adattar e faticosamente selezionando e coltivando variet‹ di piante in grado di sopravvivere alla nuova situazione ambientale, fino a 9 La prima legge sulla qualit‹ dellÕaria risale al 1273 in Inghilterra, quando il re Eduardo I proibfi lÕuso del carbone perch” dannoso alla salute.
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9 quando, nel secondo dopoguerra, ‘ stato quasi completamente inglobato dalle logiche industriali, diventando esso stesso un settore industriale e, come tale, fonte di inquinamento. Nella seconda met‹ dellÕOttocento si diffondono i primi studi accurati sulle conseguenze dellÕuso del carbone sulla salute delle piante. Nasce la fitotossicologia che mette in luce la correlazione tra conte nuto di zolfo nel carbone e patologie dei vegetali. Lo zolfo durante la combustione si trasforma in SO 2, anidride solforosa, che viene identificata come il principale inquinante dellÕaria dellÕepoca insieme all e polveri sottili. Ed ‘ sempre lo zolfo conten uto nel carbone alla base della presenza di acido solforico rilevato gi‹ molto tempo prima nelle piogge, definite per questa ragione Òpiogge acideÓ, che ÒbruciavanoÓ la vegetazione. Agli studi in laboratorio si affiancano quelli sul campo. Nel 1911 in Ingh ilterra due studiosi, J.B. Cohen e A.G. Ruston, conducono delle prove di coltura a diverse distanze dal centro della citt‹ di Leeds, dimostrando che nel caso della lattuga, ad esempio, il peso di una pianta fatta crescere lontano dalla citt‹ ‘ circa 4 volt e maggiore di quello di una pianta cittadina. Altri studi si sono susseguiti fino ai giorni nostri e tutti dimostrano in modo inequivocabile le conseguenze negative dellÕinquinamento cittadino e industriale sulle piante . Ovviamente quello che vale per le piante ‘ ragionevole che possa valere anche per altri esseri viventi, compreso lÕuomo . Infatti, nel 1909 giunge la prima chiara evidenza di una correlazione tra inquinamento e salute umana. A Glasgow un prolungato ristagno dellÕaria sulla citt‹ provoca la morte di circa mille persone. Simile ma ancora piš emblematico ‘ il caso di Londra nel 1952, definito come ÒThe Great Smog of LondonÓ. A causa del fenomeno meteorologico dellÕinversione termica, dal 5 allÕ8 dicembre di quellÕanno la citt‹ ‘ rimasta complet amente ricoperta dallo smog prodotto soprattutto dal riscaldamento delle case. La quantit‹ di fumo era talmente elevata che i teatri sono stati chiusi perch” il pubblico non riusciva a vedere il palcoscenico e le autorit‹ suggerivano di non uscire con i bambini perch” cÕera il rischio di smarrirli. In una settimana sono morte circa 4000 persone a causa dello smog. I decessi per insufficienza respiratoria, bronchite acuta e polmonite sono cresciuti di 9,3 volte rispetto ai valori normali. Dopo questo evento eccezionale i provvedimenti volti a misurare e limitare lo smog sono stati piš efficaci. La prima soluzione adottata ha riguardato gli impianti industriali e di produzione dellÕenergia (centrali termoelettriche a carbone e a olio combustibile) e prevedeva lÕobbligo di
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10 ciminiere molto piš alte di quelle normalmente in uso. In questo modo gli inquinanti prodotti venivano dispersi maggiormente evitando di raggiungere elevate concentrazioni al suolo nelle immediate vicinanze. Con questo provvedimento il proble ma non ‘ stato risolto, ma semplicemente spostato . I fenomeni di acidificazione delle piogge, ad esempio, sono cosfi diventati transfrontalieri, nel senso che le fabbriche di una nazione potevano essere in grado di provocare le piogge acide in unÕaltra nazi one. A questo punto, la gestione del problema doveva diventare inevitabilmente di tipo internazionale e non solo piš locale . Il primo esempio di cooperazione internazionale prende le mosse nel 1972, anno della prima conferenza mondiale sullÕambiente organi zzata dallÕONU. In quella occasione ‘ la Svezia che fa presente la natura del problema e invita gli altri Paesi a collaborare. Da allora e durante gli anni Settanta, mentre gli effetti delle piogge acide diventavano inequivocabili anche per i piš scettici, si sono susseguiti report e incontri internazionali sulla questione. A novembre del 1979 oltre 30 Paesi piš la Comunit‹ Europea siglano a Ginevra la Convenzione sullÕinquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza (LRTAP). Nel 1983 la Convenzio ne di Ginevra ratificata da 24 paesi entra in vigore e alla prima riunione dellÕOrgano Esecutivo della Convenzione i Paesi scandinavi propongono che tutti i Paesi riducano le loro emissioni di ossidi di zolfo di almeno il 30% entro il 1993. I protocolli su ccessivi si propongono di affrontare altri problemi transfrontalieri che nel frattempo erano venuti alla ribalta: lo smog fotochimico, i metalli pesanti e , come vedremo in seguito, gli inquinanti organici persistenti. 10 La gestione dellÕinquinamento: dallÕ emergenza alla qualit‹ Il processo di gestione dellÕinquinamento ‘, oggi piš che mai, estremamente complesso e controverso. Come vedremo, esso dipende da fattori socio -culturali, politico -economici ed infine tecno -scientifici, tra loro strettamente intrecc iati. A piš di due secoli dallÕinizio della rivoluzione industriale, risulta ormai evidente che i beni della produzione, i cosiddetti goods, sono indissolubilmente associati ai bads, gli effetti nefasti, fra i quali 10 é interessante confrontare come le dinamiche politiche ed economiche internazionali c he si sono verificate per la messa al bando degli ossidi di zolfo, causa delle piogge acide, si siano in parte riproposte nel caso della messa al bando dei gas serra, causa del caos climatico (vedi scheda generale Caos Climatico)
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11 lÕinquinamento spicca per pervasivit‹ e d incisivit‹ nella nostra vita. LÕinevitabilit‹ del Òrovescio della medagliaÓ ‘ gestibile Ð e, di fatto, gestita Ð secondo due strategie essenzialmente distinte: la prima, fermamente ancorata al cosiddetto Ò mito del progresso Ó che associa allo sviluppo tecnoscientifico -industriale nel suo insieme un maggior benessere sociale, si fonda su unÕenfasi sulla necessit‹ dei ÒbeniÓ di produzione rispetto allÕ eventualit‹ e al controllo dei ÒmaliÓ. In questo approccio, la modalit‹ di gestione degli eventi nefasti, fr a i quali lÕinquinamento, ‘ di tipo ÒemergenzialeÓ , ovvero fondata sulla fiducia nella capacit‹ della scienza e tecnologia ad alta potenza di produrre benefici (assunti come) prioritari da un lato, e di prevedere, contenere e riparare i danni a posteriori dallÕaltro. Una diversa possibile modalit‹ ‘ invece incentrata sulla discussione pubblica e democratica circa le scelte produttive e distributive . In tale visione, si privilegia la qualit‹ rispetto alla quantit‹ dei processi di produzione, e si considerano la scienza e la tecnologia come strumenti soggetti allÕagire politico e non come soluzioni (si veda a tal proposito la scheda Sviluppo sostenibile ). In altre parole, da un lato si punta sulla potenza della scienza e della tecnologia di creare benessere e di controllare gli (eventuali) effetti nefasti, dallÕaltro ci si basa sulla creazione e valutazione partecipata di alternative politiche, economiche e sociali che includano nellÕidea di benessere la riduzione delle conseguenze negative alla radice. In qua nto segue, descriveremo attraverso alcuni esempi rappresentativi lÕapproccio dominante ÒemergenzialeÓ, e lasceremo ad alcune riflessioni ed auspici finali lÕarticolazione di una possibile gestione partecipata . Gestire lÕinquinamento significa essenzialment e individuare le possibili fonti, misurare, prevenire e limitare gli effetti, ed infine stabilire delle norme di risarcimento e responsabilit‹ giuridica in caso di danni. Ciascuna di queste fasi determina le altre e ne ‘ determinata.
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