Declino e durata delle repubbliche e delle idee repubblicane nell’Italia del Cinquecento. Elena Fasano Guarini. 31. Patriottismo e riforma politica.
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Il presente studio raccoglie i risultati di un progetto di ricerca della Fondazione Giovanni Agnelli Copyright © 2004 by Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli via Giacosa 38, 10125 Torino tel. 011 6500500, fax 011 6502777 e – mail: [email protected] Internet: http://www.fondazione – agnelli.it ISBN 88 – 7860 – 170 – 5 Le opi nioni espresse dagli autori non riflettono necessariamente il punto di vista dell™Editore
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V Indice Introduzione IX Maurizio Viroli Il repubblicanesimo di Machiavelli Maurizio Viroli 1 1. Il vivere civile 2 2. La libertà politica 8 3. La politica eccezionale 18 4. La guerra e l™espansione 22 Declino e durata delle repubbliche e delle idee repubblicane nell™Italia del Cinquecento Elena Fasano Guarini 31 Patriottismo e riforma politica Rosario Villari 95 Le idee repubblicane e la Rivoluzione inglese Blair Worden 109 Cittadini, clienti e creditori: la repubblica come critica del mutamento storico John G. A. Pocock 133
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VI Indice Le trasformazioni del repubblicanesimo classico nella Francia del Settecento Keith Michael Baker 149 1. Introduzione 149 2. Variazioni francesi su di un tema europeo 151 3. Trasformazioni rivoluzionarie 162 Virtù e Vittorianesimo. I valori repubblicani del liberalismo inglese, 1860 – 1890 Eugenio E Biagini 177 1. Un paradosso revisionista? 177 2. Virtù e liberali accademici 180 3. Lo zelo repubblicano dei liberali popolari 189 Tra virtù e libertà: percorsi dell™idea repubblicana nella Francia ottocentesca (1830 – 1875) Mirella Larizza 199 La tradizione repubblicana nell™Italia dell™Ottocento e del Novecento Massimo L. Salvadori 227 1. Il problema 227 2. La categoria 227 3. Il patriottismo repubblicano nel Risorgimento. L™ideale che non incontra la storia 230 4. La patria mancata. Continuit à sabauda, conquista regia, Stato usurpatore, Stato della borghesia 233 5. L™idea di patria di Sonnino e Turiello 236 6. Il nazionalismo: la nazione senza patto tra eguali 238 7. Carlo Rosselli e la rinascita del patriottismo repubblicano 241 8. La patr ia, il neofascismo e la Resistenza 243 9. L™eclissi del concetto di patria e di patriottismo dopo il 1945 245 Considerazioni sulla libertà repubblicana Quentin Skinner 249
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IX Introduzione Maurizio Viroli Il repubblicanesimo è diventato anche in Italia un tema impor – tante nella riflessione intellettuale. Negli ultimi anni sono stati tra – dotti gli studi più significativi sulla teoria politica repubblicana e gli studiosi dibattono del suo valore e dei suoi limiti*. Anche il lin – guaggio politico sembra essere stato in qualche misura toccato dalla rinascita degli studi sul repubblicanesimo, a giudicare dalla ri sco – perta di parole tipiche del linguaggio repubblicano, quali «patria» e «dovere». Ma quando la Fondazione Giovanni Agnelli cominciò ad occuparsi di repubblicanesimo, pochi in Italia ne parlavano. Questo volume analizza il ruolo delle idee politiche repub blica – ne nella formazione delle repubbliche moderne e propone spunti di riflessione sul significato del repubblicanesimo per il futuro delle nostre democrazie. I pensatori politici repubblicani del passato han – no spesso considerato la conoscenza della stor ia come una premes – sa indispensabile per teorizzare sui modi migliori per fondare, con – servare e riformare le repubbliche. Questa convinzione ha ispirato anche il progetto di questo libro. Il punto di partenza delle analisi che il volume raccoglie è la con sapevolezza che il linguaggio del repubblicanesimo che rinac – que nelle libere repubbliche italiane del tardo Medio Evo si fondava sull™ideale della repubblica ben ordinata , ovvero una repubblica * Vedi per esempio quanto scrive Pier Paolo Portinaro nel suo «Profilo del liberali – smo», in Benjamin Constant, La libertà degli antichi paragonata a quella dei moder ni, Torino, 2001, pp. 38 – 158. Fra le traduzioni più significative segnalo Philip Pett, Il repubblicanesimo. Una teoria della libertà e del governo , Milano, 2000 e Quentin Skinner, La libertà prima del liberalismo , Torino, 2001.
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X Introduzione che è tenuta in ordine dall™ ordinamento giuridico e dagli statuti che garantiscono che il potere sovrano appartenga ai cittadini e che le diverse componenti della cittadinanza abbiano il loro posto nelle istituzioni pubbliche. I giuristi, i teorici del governo comunale e gli umanisti «civili» del Trecento e del Quattrocento intendevano per costituzione repubblicana la costituzione politica che aveva come fine la protezione della libertà dei cittadini, intesa, sulle orme dei lo ro maestri romani, come protezione dalla dipendenza person ale. Questa interpretazione del repubblicanesimo trovò la sua formu – lazione più compiuta nelle opere di Machiavelli. Il Segretario Fio – rentino, a mio giudizio, riscoprì e rielaborò la saggezza politica re – pubblicana dei romani e la passò in eredità ai pens atori repubblica ni, italiani e non, dei secoli a venire. Di diversa opinione è invece John Pocock, che nel saggio che qui pubblichiamo considera Ma chiavelli uno scrittore politico che guardava ad un mondo «arcaico o presocratico, proprio di Livio e di Ca tone piuttosto che ciceronia – no». Machiavelli, sottolinea Pocock, «non aveva quel tipo di menta – lità che può essere utile definire come moderna, e [] non viveva nella situazione storica capace di produrre quel tipo di Stato che di solito viene chiamato moderno». Il linguaggio politico che aiutò la nascita degli stati moderni non fu quello machiavelliano bensì il lin – guaggio della ragion di Stato. L™ideale della repubblica, conclude Pocock, sopravvive nell™Europa moderna come alternativa alla mo – narchia b arocca e illuminata: «la monarchia informa di sé il mondo che ci siamo abituati a chiamare moderno: la repubblica serve a cri – ticare ciò che esso sta diventan do». Dopo la caduta dell™ultima repubblica fiorentina del 1530, il re – pubblicanesimo attraversò u n complesso processo di trasforma zio – ne e di adattamento al contesto politico e intellettuale dell™età delle monarchie e dei principati. Questa storia ha ricevuto fino ad oggi poca attenzione da parte degli studiosi. Elena Fasano Guarini rico – struisce nel suo saggio la vicenda complessa e affascinante della so – pravvivenza dei valori politici repubblicani fra gli esiliati fiorentini del Cinquecento. Si trattava, scrive, di un mondo «disperso e spesso vagante, soggetto alle opposte tentazioni del ritorno e d i una nuova integrazione nei paesi in cui trovava ospitalità». Ma precisa anche che la storia del repubblicanesimo italiano del Cinquecento non può essere ridotta né alla storia dei fiorentini esiliati e politicamente
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XI Introduzione sconfitti, né al «dissenso cauto e silenzioso che serpeggiò anche a Firenze, fin dentro un organo ufficiale del principato, come fu l™Ac – cademia fiorentina». Gli storici devono guardare anche alle «repub – bliche più fisilenziosefl che sopravvissero più a lung o, alle rappre – sentazioni che diedero di sé, ai modi in cui ne fu recepita l™immagi – ne, al linguaggio repubblicano che così si sviluppò e alle sue consonanze e dissonanze con quello fiorentino». Confinato ai margini della politica delle monarchie e dei pri nci – pati, il repubblicanesimo svolse nei secoli XVII e XVIII un ruolo di primo piano nella nascita delle repubbliche e degli Stati moderni. In certi casi, tuttavia, la politica dei repubblicani fu poco coerente ri – spetto ai principi del repubblicanesimo. L a Repubblica d™Inghilterra del 1642 – 1660, scrive Blair Worden, «non fu il prodotto del repub – blicanesimo e non si conformò alle idee repubblicane per la propria riforma». Ma se il repubblicanesimo fallì, aggiunge Worden, «fallì anche la repubblica». Egli s piega infatti che il periodo di regime non monarchico che va dal 1649 fino al 1660 fu «un catalogo di fal – limenti costituzionali. Una lunga serie di espedienti improvvisati che terminò inevitabilmente in disastri, fino a quando la causa puri – tana rimase troppo divisa e demoralizzata per impedire il ritorno senza resistenza della monarchia. Il repubblicanesimo di metà seco – lo fu un tentativo di salvare da se stessa la Repubblica inglese, e di darle le solide fondamenta politiche e sociali che l e mancavano. Era una prova delle debolezze della Repubblica e una protesta contro di esse». Nella Rivoluzione francese il rapporto fra principi repubblicani e politica dei repubblicani fu invece più stretto. Si trattò tuttavia di una coerenza rispetto a pr incipi degenerati, a giudizio di Keith Backer. Egli sostiene infatti che durante la Rivoluzione francese, l™ethos repubblicano degenerò in un™ideologia che criticava la so – cietà commerciale, insisteva sul primato della volontà politica e sul – la dicotomia r adicale fra libertà e dispotismo, e invitava a considera – re ogni situazione come un momento di crisi in cui il corpo politico rischia di dissolversi Ammesso che il repubblicanesimo dei giaco – bini abbia davvero avuto queste caratteristiche, è certo che la t ra – sformazione rispetto al repubblicanesimo classico fu davvero consi – derevole. In nessuna opera del repubblicanesimo classico si può tro – vare una critica della società commerciale, mentre abbondano gli
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