conoscenze di matematica, fisica, astronomia, geografia, ossia più nozioni scientifiche. La saldatura fra scienza e società moderna passa dunque,
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Prof. Monti Œ classe IV Œ La rivoluzione scientifica Œ a.s. 2016/2017 1 LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA caratteri generali 1.1 UN EVENTO CAPITALE In questi ultimi decenni si è data sempre più importanza alla nascita della scienza moderna: si tende, infatti, a riconoscere semp re di più la centralità storica di quell™evento profondamente innovatore . La scienza moderna, poi, è uno dei fattori che riguardano più da vicino la vita contemporanea e, presumibilm ente, il futuro della nostra specie. Proponiamo, in termini del tutto convenzionali, una collocazione cronologica alla rivoluzione scientifica. Il suo inizio viene di solito associato c on la pubblicazione del capolavoro di Copernico, Le rivoluzioni degli astri celesti (1543). Il termine della rivoluzione coincide invece con la celebre opera di Newton, Principi matematici di filosofia naturale (1687). 1.2 LA NASCITA DELLA SCIENZA COME PROBLEMA STORIOGRAFICO Possiamo porci una lunghissima serie di interrogativi circa le origini della scienza moderna. Elenchiamone solo alcuni: 1 Quali sono i fattori generali che ha nno “prodotto” la scienza moderna? 2 Quali gli eventi e i personaggi che ne hanno maggiormente favorito l™avvento? 3 Quali le forze che all™inizio ha nno ostacolato la sua affermazione? 4 Perché la scienza moderna è nata proprio in quel periodo storico e non prima (o dopo)? 5 Quali furono i rapporti fra il “nuovo” sapere e la “vecchia” cultura? Prima di provare a rispondere, conv iene avere in mente almeno la struttura generale di ciò che, indicativamente da Galil eo in poi, si chiamerà “pensiero scientifico”.
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Prof. Monti Œ classe IV Œ La rivoluzione scientifica Œ a.s. 2016/2017 2 1.3 LO SCHEMA CONCETTUALE DELLA SCIENZA MODERNA [STUDIARE] Attenzione: lo schema sopra riportato deve essere correttamente inteso, senza assolutizzazioni! 1) Se è vero che il sapere tradiz ionale era eminentemente finalistico , la scienza moderna vede una notevole relativizzazione, certo non la scomparsa della “causa finale” di aristotelica memoria. 2) La scienza antica era sì teorica, ma lo è anche quella moderna! Quest’ultima, però, si accosta sempre di più alla tecnica sino ad intrecciarsi con essa , rivalutando le cosiddette “arti meccaniche”. 3) Forme di collaborazione in ambito sc ientifico furono sempre presenti, anche nell’antichità, ma la scienza moderna giunse a fare del lavoro collaborativo il nucleo stesso del lavoro scientifico (anche se, co me è ben noto, numerose grandi scoperte si devono a singoli individui!). 4) Effettivamente le valutazioni di tipo qua ntitativo divengono prevalenti: in particolare si cerca il modo di tradurre le “qualità” in “quantità”. Cerchiamo ora di entrare più nella dettaglio. Sul piano storico, risulta possibile delineare lo schema concettuale che sta alla base della rivoluzione scientifica e che troviamo concretizzato soprattutto in Galileo . Tale quadro si può ricavare sia in relazione al nuovo modo di intendere la natura , sia al nuovo modo di intendere lo studio della stessa . Dalla rivoluzione scientifica (in generale) e da Galileo (in particolare) emergono : – la concezione della natura come ordine oggettivo e causalmente strutturato di relazioni governate da leggi; – la concezione della scienza come sapere sperimentale/matematico e intersoggettivamente valido ;
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Prof. Monti Œ classe IV Œ La rivoluzione scientifica Œ a.s. 2016/2017 3 – il fatto che tale sapere ha come scopo la conoscenza progr essiva del mondo naturale e il suo dominio a vantaggio dell™uomo. -1- LA NATURA È UN ORDINE OGGETTIVO Questo significa che la natura costituisce un oggetto di studio i cui caratteri non hanno nulla a che fare con la dimensione spirituale , e quindi con i fini , i bisogni e i desideri dell™uomo . Mentre il mondo naturale descritto dalla magia , tipica del Rinascimento, appariva come qualcosa di vivo, un mondo in cui ogni cosa ha un™anima , risultando così in rapporto di simpatia o antipatia con gli altri esseri, l™univ erso naturale visto dalla scienza moderna si configura come un ordine programmaticamente spogliato di ogni attributo, valore o qualità umana . Solo fiespellendofl l™uomo dalla natura è possibile studiare la realtà effettiva del mondo . -2- LA NATURA È UN ORDINE CAUSALE Ciò significa che in tale ordine nulla avviene fiper casofl , ma tutto accade per causalità la quale, secondo una opportuna precisazione di Galileo, è un rapporto costante e univoco fra due fatti dei quali dato l™uno e dato anche l™altro e tolto l™uno è tolto l™altro. Facciamo un esempio banale: data una temperat ura di 100 gradi centigradi (causa) si dà anche e sempre che l™acqua bolle (effetto). Si parla qui, notiamolo be ne, di “cause” e di “effe tti”, cioè di fondamentali concetti aristotelici , ma occorre sottolineare che delle quattro tipologie di causa individuate da Aristotele Œ causa formale, materiale, fina le, efficiente o motrice Œ solo una risulta pienamente ammessa come tale dalla scienza moderna, quella efficiente o motrice. Questo accade anche perché la scienza moderna si disinteressa del fine ultimo dei fatti, occupandosi dichiaratamente solo della causa efficiente, ossia delle forze che producono gli eventi naturali. Questo, naturalmente, non è in automatico la negazione dell’esistenza di tali fini! -3- LA NATURA È UN SISTEMA DI RELAZIONI (E NON UN SISTEMA DI ESSENZE ) Lo sguardo del ricercatore moderno non è fisso sui principi sostanziali, occulti e inverificabili , che starebbero “in fondo” alla re altà, ma sulle relazioni causali riconoscibili che legano i fatti e le cose. Lo scienziato dell™epoca moderna e contem poranea non cerca di scoprire quale sia l™essenza profonda di un certo fenomeno naturale, ma quali siano le relazioni fra i vari fenomeni . -4- I FENOMENI NATURALI SONO GOVERNATI DA LEGGI Questo accade poiché, essendo causalmente legati fra loro, nel preciso senso prima descritto, obbediscono a regole uniformi . Dal punto di vista scientifico, la natura può essere considerata come descritta correttamente quando sia stato individuato l™ insieme delle leggi che regolano i suoi fenomeni e li rendono prevedibili .
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Prof. Monti Œ classe IV Œ La rivoluzione scientifica Œ a.s. 2016/2017 4 -5- LA SCIENZA È UN SAPERE “SPERIMENTALE ” Sperimentale perché si fonda sull™osservazione dei fatti e perché le sue ipotesi vengono giustificate su base empirica e non puramente razionale. L™esperienza, come vedremo parlando di Ga lileo, non è la semplice firegistrazionefl di fatti, ma una costruzione complessa che mette capo all™esperimento, cioè ad una procedura appositamente costruita per la verifica di ipotesi . Se il concetto di “esperienza” come base del sapere era invocato già da moltissimo tempo, per lo meno da Aristotele in avanti, parte appunto dall’esperienza per giungere all’esperimento. -6- LA SCIENZA È UN SAPERE CHE TROVA LA SUA “LINGUA UFFICIALE ” NELLA MATEMATICA Essa, cioè, si fonda su misura e calcolo: alla ricerca del rigore, si procede cioè ad una matematizzazione dei dati empirici disponibili . Per questo, la quantificazione si configura come una de lle condizioni imprescindibili dello studio della na tura e come uno dei pun ti di forza del nuovo metodo inaugurato da Galileo che alla deduzione matematica, come si vedrà, assegna un ru olo basilare nella stessa fiscopertafl scientifica. -7- LA SCIENZA È UN SAPERE “INTERSOGGETTIVO” Ciò significa che i suoi procedimenti vogliono essere pubblici, cioè accessibili a tutti, e le sue scoperte pretendono di essere valide, ossia controllabili, in linea di principio , da chiunque. Questa non è, in assoluto , una novità: già Eraclito, co me ricorderete criticava chi fivive come se possedesse una saggezza privata fl, ma questa convcezione viene ora estesa al massimo grado. In questo modo la scienza moderna si stacca nettamente dalla magia e dalle discipline occulte le quali, presupponendo una concezione sacerdotale o in iziatica del sapere, considerano la conoscenza come un patrimoni o di una cerchia ri stretta di individui , che lavorano in segreto, senza esibire alla luce del sole i metodi delle loro ricerche. Quanto più riesce ad essere neutrale e disinteressata, ossia libera da schemi antropomorfici e sganciata da preoccupazion i estranee, e quindi capace di scoprire le relazioni “autentiche” fra i fenomeni, tanto pi ù la scienza va incontro a quell™interesse umano che è il dominio dell™ambiente circostante . Il motto dell’inglese Francesco Bacone, fisapere è poterefl, esprime tutta l™umanità della scienza , cioè il suo evidente collegamento con il soggetto che la istituisce . Inoltre la scienza si presenta come una conoscenza che cresce nel tempo, come un sapere cumulativo , che si nutre della reciproca collabor azione fra gli spiriti ed avente un progresso indefinito. 1.4 LE CIRCOSTANZE STORICHE , POLITICHE E CULTURALI CHE HANNO PREPARATO LA NASCITA DELLA SCIENZA [STUDIARE I CONCETTI PRINCIPALI ] La scienza moderna , così come la grande fioritura umanistico-rinascimentale del XV e XVI secolo, non nasce finel vuotofl , ma in un preciso contesto storico , caratterizzato dai mutamenti di struttura dell™economia europea e dal nuovo ordinamento sociale .
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Prof. Monti Œ classe IV Œ La rivoluzione scientifica Œ a.s. 2016/2017 5 La formazione degli Stati nazionali e il consolidarsi de lla civiltà urbano-borghese produce un sistema di vita più complesso e dinamico , che provoca concomitanti esigenze e bisogni . La struttura organizzata degli St ati e lo spirito imprenditoriale ed affaristico dei ceti mercantili si traduce in maggiori richieste tecniche . Allestire eserciti sempre meglio equipaggiati , ampliare le città con costruzioni e capolavori architettonici, mig liorare le vie di comunicazione , solcare gli oceani con sempre maggior sicurezza e rapidità , incanalare e bonificare le acque , estrarre metalli Queste nuove conoscenze tecnico-pratiche richiedono, alla base , più approfondite conoscenze di matematica, fisica, astronomia, ge ografia, ossia più nozioni scientifiche. La saldatura fra scienza e società mo derna passa dunque, sin dall™inizio, dalla tecnica. Si cerca sempre meno la scienza in sé , ovvero il sapere di per se stesso inteso come verità eterna ed immutabile che la filosofia contempla o che la religione asserisce di rivelare, ma si comincia a progettare e costruire cose che servono ad uno scopo pratico preciso (questo, naturalmente, accadeva anche prima, ma in misura molto più ridotta). Le maggiori richieste di car attere tecnico fanno sì che gli artigiani tradizionali , fermi a conoscenze empiriche, risultino inadeguati e si ano costretti ad appellarsi a studiosi in possesso di più profonde nozi oni matematiche e fisiche. Così abbiamo, per esempio, gli artigiani delle armi da fuoco che chiedono info rmazioni ai matematici circa la traiettoria dei proiettili, oppure gli architetti che interrogano i fisici circa probl emi di statica e dinamica dei fluidi. Viceversa, abbiamo anche scienziati che ascoltano le osservazioni di “modesti” orologiai, piloti nautici, orefici, artiglieri per carpire notizie dalla loro annosa attività . In tal modo si profila quella alleanza fra i tecnici e gli scienziati che costituisce una delle caratteristiche salienti della rivoluzione scientifica e che porta al superamento del millenario abisso fra scienza pura e applicazioni pratiche . In parecchi casi abbiamo scienziati che si fanno tecnici, o viceversa, ma anche figure come Leonardo: scienziati, t ecnici e artisti al tempo stesso. Una prima manifestazione di questa convergenza sono i trattati , di cui è ricca la letteratura fra ‚400 e ‚500. A questa letteratura appartengono gli scritti di Brunelleschi, Ghiberti, Piero della Francesca, Leonardo, Cellini, Lomazzo, le opere sull™architettura di Leon Battista Alberti e molti altri. Un™altra manifestazione della collaborazi one fra scienza e tecnica è data dagli strumenti scientifici , dei quali parleremo in relazione a Galileo . È chiaro che questa prima saldatura fra tecnica e scienza non implica ancora un sistematico impiego pratico delle sc operte scientifiche, cioè una tecnologia vera e propria. La tesi secondo cui la nascita della scienza affonderebbe le radici nella moderna società borghese è stata messa in disc ussione da alcuni studiosi . Riteniamo che osservazioni di questo tipo Œ come quella di Koyré, secondo cui fiAtene non spiega Eudosso Siracusa non spiega Archimede, né Firenze Galileofl Œ pur nella loro parte di esattezza non siano sufficienti a decretare l™insostenibil ità critica e storiografica della tesi di uno stretto collegamento fra società modern a e rivoluzione scientifica. Questa tesi infatti contiene una verità di fondo che sarebbe sbagliato lasciar cadere a motivo di talune sue estremistiche formulazioni , soprattutto da part e della storiografia positivista e marxista. La storia della scienza in effetti mostra come accanto a scoperte sollecitate dallo sviluppo tecnico-sociale ve ne siano state altre, talora decisive, indipendenti dallo
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Prof. Monti Œ classe IV Œ La rivoluzione scientifica Œ a.s. 2016/2017 6 stimolo diretto del progresso tecnico, ad esempio dalla sete di conoscenza, dalla semplice curiosità o da intuizioni fortuite . Però, di fatto, anche queste scoperte si sono rivelate in seguito passibili di applicazione tecnica. Il proclamato legame fra società, tecn ica e scienza significa solo che la scienza galileiana si è configurata come qualcosa di funzionale al tipo di società creato dalla borghesia, trovando in essa quegli stimoli e quegli appoggi che le hanno permesso di superare tutti gli ostacoli. Se l™affermarsi della civilt à urbano-borghese e il congi unto sviluppo della tecnica rappresentano la molla storico-sociale della rivoluzione scientifica, la cultura tardo- scolastica e rinascimentale ne rappresentano le basi ideali. Si pensi all™importanza delle speculazioni di Ockham e della sua scuola per la storia della scienza: gli occamisti hanno iniziato non solo una critica serrata di alcune teorie aristoteliche, come quelle sul movimento degli astri e dei proiettili, ma hanno diffuso una mentalità empiristica favorevol e alle ricerche naturalistiche . Pensiamo a Ockham, Buridano, Alberto di Sassonia, Nicola Oresme confrontati al disinteresse o, addirittura, l™ostilità che talvolta gli umanisti manifestarono per le ricerche fisiche. Questo ha fatto dire, talora , che la nascita della scienza si riannoda più all™occamismo trecentesco che all™umanesimo rinascimentale . Questa è una interpretazione troppo esclusiv ista. In primo luogo il Rinasc imento, con la sua generale laicizzazione del sapere e la sua rivendicazione della libertà della ricerca intellettuale ha tracciato, per così dire, la strada maestra della scienza , preparando la possibilità stessa della sua nascita. In secondo luogo il Rinascimento, con il suo principio del ritorno alle origini, ha permesso tramite la traduzione di molte opere filosofiche e scientifiche dell™antichità la reviviscenza di dottrine e figure trascurate per secoli: la filosofia degli atomisti, in particolare di Democrito, le teorie eliocentriche dei pitagorici , gli studi di Archimede e di Erone, le ricerche dei geografi, degli astronomi e dei medici dell™età ellenistica. I vecchi testi, a loro volta, ha nno fornito l™is pirazione o lo spunto per nuove scoperte, come è accaduto ad esempio per Copernico . Per questo, seppure i primi umanisti abbiano sp esso esaltato le le ttere a scap ito della scienza, il loro contributo alla scienza moderna, sia pure indiretto, è notevole . Inoltre, il Rinascimento ha rivalutato la natura: l™uomo immerso in essa ha tutto l™interesse a conoscerla . A questo proposito sono part icolarmente importanti tre filoni centrali della cultura rinascimentale: l™aristotelismo, la filosofia della natura e la magia. Il primo ha il merito di aver difeso i di ritti della ragione e di aver elaborato quel concetto di ordine naturale e immutabile, f ondato sulla catena causale degli eventi, che rappresenta un presupposto chiave per la scienza . La filosofia natu rale, nonostante gli esiti magici, ha chiarito in particolare con Telesio che i principi del mondo fisico sono principi sensibili, pervenendo così alla fecondissima idea di una spiegazione della natura per mezzo della natura , senza ricorso a principi ad essa estranei. A Bruno tocca poi un posto decisivo per la rivoluzione astronomica. La magia, difendendo l™idea della possibilità dell™uomo di sottomettere le potenze naturali, ha giovato a difendere e a diffonde re l™idea dell™uomo come possibile signore di tali forze, anticipando così il carattere operativo del sapere che Bac one riterrà proprio della scienza . Infine l™età della rinascita, insist endo sul platonismo e il pitagorismo , ha offerto alla scienza una convinzione, su cui insister anno ugualmente Leonardo, Copernico e Galileo: la natura è scritta in termini geomet rici, per cui l™unico linguaggio atto a esprimerla è quello rigoroso della matematica .
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Prof. Monti Œ classe IV Œ La rivoluzione scientifica Œ a.s. 2016/2017 8 1.5 LE FORZE CHE HANNO OSTACOLATO LA NASCITA DELLA SCIENZA MODERNA [STUDIARE CONCETTI PRINCIPALI ] Possiamo cercare di individuare le ragioni storiche di fondo che, per tanti secoli, hanno impedito il germoglio della scienza. A questo riguardo è, comunque, utile distinguere la scienza dalla tecnica . La prima, in quanto conoscenza oggettiva del mondo , non è la tecnica, che è invece l™utilizzazione pratica delle scoperte scientifiche. La tecnica, figlia della scienza, ne è in qualche modo anche la madre , perché le offre una legittimazione sociale e, quindi, un forte incentivo alle sue ricerche . Senza classi sociali interessate a imporl a, la scienza (nelle sue applicazioni tecniche) non avrebbe superato i caratteri di eccezionalità e di curiosità che spesso le erano propri nel mondo antico. Ma per quale motivo la tecnica nell™ambito della nostra civiltà non ha potuto affermarsi, mantenendosi per secoli a livelli (relativamente!) elementari? Una delle ragioni più plausibili sta proprio nell™assenza di classi sociali interessate ad imporre il progresso tecnico. Prendiamo, a mo™ di esempio, le aristocrazie terriere : esse, vivendo del lavoro degli schiavi, certo non avevano motivo di in centivare progressi tecnici. Il disinteresse delle classi dominanti verso il progresso tecnico fa sì che questo resti per moltissimo tempo a livelli piuttosto bassi. La struttura socio-economica del mondo antico e, poi, feudale tende a cristallizzarsi in una mentalità fondata sul divorzio fra il lavoro intellettuale e lavoro manuale, fra teoria e pratica . Questa mentalità funge da solida barriera nei confronti di quella possibile al leanza fra scienza e tecnica che costituisce uno dei primi passi della Rivoluzione scientifica. È risaputo come nel mondo classico le arti liberali vengano considerato specifiche dell™uomo libero, mentre quelle cosiddette fimeccanichefl , che richiedono l™uso delle mani, siano giudicate proprie dei servi . È noto anche come tale distinzione si accompagni a una rigida dicotomia (cioè separazione) tra momento te orico e momento pratico . Anche nel Medioevo troviamo un analogo fidisprezzofl per le tecniche e per ogni tentativo di piegare la realtà ai nostri voleri e bisogni. Anzi, nei Padri della Chiesa e negli Scolastici ai soliti divieti classisti e filosofici se ne aggiungo no anche di tipo teologico : per esempio quello secondo cui gli unici oggetti degni di indagi ne sono l™anima e Dio, o que llo per cui l™uomo non deve disturbare l™ordine delle cose, cercando di impadronirsi in modo demoniaco dei suoi segreti. Lo stesso Umanesimo, con la sua celebrazi one delle arti libera li e delle lettere, continua a condividere il millenario pregiudizio verso le attività manuali e il mondo delle tecniche. Solo con la Rivoluzione scientifica questo atteggiamento viene superato, anche se fino a tutto il Seicento il termine fimeccanicofl conserverà, nel linguaggio corrente, un significato negativo. Sul piano ideale, la scien za è stata frenata da una forma mentis antitetica a quella struttura concettuale in cui abbiamo identificato lo schema teorico della scienza moderna. Il finalismo , l™antropomorfismo , la metafisica sostanzialistica , l™assenza della quantificazione matematica e dell™esperimento , uniti al dogmatismo intellettuale derivanti dall™ossequio ad Aristotele , sono stati i principali ostacoli teorici che hanno impedito alla fisica premoderna di diventare scienza a tutti gli effetti.
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Prof. Monti Œ classe IV Œ La rivoluzione scientifica Œ a.s. 2016/2017 9 1.6 LE FORZE CHE HANNO COMBATTUTO LA NUOVA SCIENZA [STUDIARE CONCETTI PRINCIPALI ] Per affermarsi la scienza moderna ha, a ll™inizio, dovuto combattere contro la tradizione culturale e i teologi . La cultura ufficiale si sentiva gravemente minacciata : il nuovo sapere metteva in discussione molte de lle sue teorie cosmologiche e fisiche, in secondo luogo la scienza portava uno sche ma teorico anti-finalistico e anti- essenzialistico che urtava contro i teoremi basilari della metafisica greca e di quella cristiana . Inoltre la scienza moderna, contrapponendo la forza dell™esperienza e la verifica all™arma della deduzione tutta intellettuale, svuotava di senso ogni dogma intellettuale derivante dal passato. La cultura tradizionale, gli aristotelici in particolare, cercher anno di avvolgere i fondatori del pensiero scientifico moderno Œ da Copernico a Galileo Œ in una serie di sottili obiezioni, volte a ridu rre all™assurdo le nuove teorie. Da parte sua, la religione si sentiva min acciata poiché si vedeva distruggere pezzo per pezzo quella visione cosmologica in cui avev a inquadrato le proprie credenze di fede . Ad essere messo in dubbio non era solo Aristotele Œ sul cui pensiero Tommaso d™Aquino aveva fondato il massimo sistema di filosofia cristiana Œ ma anche, e soprattutto, la Bibbia. Da ciò le prevedibili e talora irritate reazioni degli ambienti ecclesiastici ufficiali verso la nuova scienza , che culmineranno nel noto processo a Galileo. Non solo i contenuti, ma anche il metodo della scie nza, quello della libera ricerca , quindi non necessariamente accord antesi con il dettato biblico, era visto come pericoloso , quanto il principio del libero esame de lle scritture introdotto dai protestanti . Anche la magia e l™astrologi a, allora assai in voga, si opponevano alla scienza . I maghi si trovavano spiazzati dagli scienziati perc hé vedevano da loro di strutto il concetto stesso di sapere occulto . Inoltre la scienza, con le su e applicazioni pratiche, appare sempre più come il simbolo di quella conoscenza veramente utile che astrologi e maghi avevano cercato invano. Le parti ricordate si trovarono alleate contro questo nuovo sapere. Tutte queste forze giocarono soprattutto la carta dell™autorità, cercando di scoraggiare intellettualmente e moralmente i seguaci delle nuove idee . 1.7 CONSEGUENZE DELLA NASCITA DELLA SCIENZA [STUDIARE CONCETTI PRINCIPALI ] Dal punto di vista teorico la scienza apparirà ai modern i come il prototipo di un sapere rigoroso e universale . Da ciò il prevedibile sforzo, da parte di qualche filosofo, di assimilarne il metodo e di estenderlo ai campi più svariati dell ™attività umana, ad esempio all™etica e alla politica . Sul piano pratico la scienza moderna apparirà come socialmente utile , capace di migliorare la condizione di vita dell™uom o nel mondo e otterrà l™appoggio sempre più consistente delle borghesie europee. Da ciò la convinzione baconiana che fisap ere è poterefl e la nuova utopia della scienza, vista come generatrice di una sorta di paradiso in terra. L™idea della scienza come sapere vero e utile al tempo stes so sarà uno dei grandi temi della battaglia illuministica contro l™ignoranza, la su perstizione, il sapere ozioso e le storture sociali . La scienza occuperà pure, come vedremo, un posto centrale nella meditazione kantiana intorno ai fondamenti del sapere . Nell™Ottocento, dopo la parentesi ideal istica, si svilupperà il Positivismo , che tornerà a celebrare la scienza come fonte di conoscenza autent ica e di vero progresso, ed
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Prof. Monti Œ classe IV Œ La rivoluzione scientifica Œ a.s. 2016/2017 10 inseguirà l™idea di una civiltà scientifica planetaria in cui l™uomo possa realizzare totalmente se stesso . Nel Novecento, cadute le illusi oni del Positivismo, si è ass unto, verso la scienza, un atteggiamento più cauto, sia per quanto riguarda le sue possibilità conoscitive sia per quanto concerne i suoi esiti pratici . A tutt™oggi la scienza apparsa ben lontana dalla possibilità di spiegare tutto, di rispondere a tutte le nostre domande , e anche l™equazione scienza = progresso è messa in dubbio dalle potenzialità distruttive che essa mette nelle mani dell™uomo . 1.8 LO SVILUPPO SCIENTIFICO NEL ‚400 E NEL ‚500. LA FIGURA DI LEONARDO [UN PO™ DI CURIOSITÀ , MA QUI NON C ‘È NULLA DA STUDIARE !] La Rivoluzione scientifica trova nella nuova astronomia la prima rilevante caratterizzazione e nella fisica di Galile o la sua decisiva coscienza metodologica. Tuttavia sin dal ‚400 abbiamo il progresso di alcune scienze, in particolare delle matematiche e delle discipline biologiche . Inoltre nel Rinascimento troviamo anche uno degli intelletti più universali della storia umana: Leonardo da Vinci. Il risveglio dello studio delle matematiche si era verificato già nel XIII secolo , con l™opera dell™italiano Leonardo Fibonacci e del tedesco Giordano Nemorario. Nel Liber abaci del primo vengono utilizzate le lettere per designare i numeri, onde spesso Fibonacci è considerato il primo algebrista europeo. Più tardi, con la traduzione e diffusione delle grandi opere greche di scienz a, in particolare gli Elementi di Euclide, gli studi matematici iniziano la loro grande fi oritura. IL XVI secolo vide in Italia la scoperta delle formule risolutive delle e quazioni di III e IV grado. La scoperta concernente le equazioni di III grado è stat a fatta indipendentemente da Scipione dal Ferro di Bologna e da Niccolò di Brescia, detto fiTartagliafl. La soluzione per le equazioni di IV grado fu ottenuta per la pr ima volta da Ludovico Ferrari. Il bolognese Raffaele Bombelli fu tratto nella sua Algebra a considerare per la prima volta i numeri immaginari, che egli chiamò fiquantità silv estrifl. La scoperta di tali numeri non poteva certo essere utili zzata all™epoca, quando er a già difficile comprende re i numeri negativi. L™uso dei negativi in effetti divenne ovvio solo quando con Harriot e con Cartesio il numero venne sistematicamente rappresentato su di un segmento orientato secondo una data origine . Il francese Francesco Viète pose i fondamenti del simbolismo del calcolo algebrico, adoperando i segni + e -, anche se non ancora l™=. I lunghi e complicati calcoli di cui la scienza e l™astronomia in particolare cominciavano ad aver bisogno trovano un poten te strumento di semplificazi one nei logaritmi inventati da Giovanni Napier (Nepero). La scoperta consiste nel ridurre le moltiplicazioni ad addizioni e le divisioni a sottrazioni. Come la matematica, così la biologia viene dapprima coltivata nel Rinascimento in connessione con la magia . Presupposto della magia è l™universale animazione delle cose, per la quale si ritiene che tutti gli esseri del mondo siano pervasi ed animati da una sola forza simile a quella che l™uomo sperimenta in se stesso, nella propria anima. Da questo presupposto si era portati a scorge re una corrispondenza tra il macrocosmo- universo e il microcosmo-uomo: perciò Para celso sosteneva che se vogliamo conoscere l™uomo dobbiamo rivolgerci al mondo e che la medicina deve fondarsi su tutte le scienze che studiano la natura e l™universo e, precisamente, su quattro di esse che costituiscono le sue colonne: la teologia, la filosofia, l™astronomia e l™alchimia. Gli studi di anatomia cominciano in quest™epoca a dare i loro frutti . Vanno nominati Bartolomeo
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Prof. Monti Œ classe IV Œ La rivoluzione scientifica Œ a.s. 2016/2017 11 Eustachio, che scoprì la tromba detta di Eu stachio, Gabriele Fall oppio che studiò gli organi della generazione, me ntre Fabrizio d™Acquapendente descrisse le valvole delle vene che obbligano il sangue a fluire in un uni co senso. Da questi studi si originò pure la scoperta della circolazione del sangue. Fu dapprima Andrea Cisalpino a descrivere la cosiddetta fipiccola circolazionefl, cioè la circolazione del sangue dal cuore ai vasi polmonari, descrizione che eliminava l™errore di Galeno circa la permeabilità del setto che separa la parte sinistra dalla parte destra del cuore. La piccola circolazione fu anche riconosciuta dal medico spagnolo Michele Se rveto che, per motivi teologici, fu fatto condannare al rogo da Calvino come eretico nel 1553. Da questi e altri studi però solo l™inglese Guglielmo Harvey seppe trarre la conclusione dando la piena e definitiva dimostrazione della circolazione del sangue . In seguito l™italiano Marcello Malpigli di Bologna scopriva il sistema dei vasi capillari attraverso il quale il sangue passa dalle arterie alle vene. Nel campo della botanica Andrea Cisalpino ripr ese e perfezionò qua e là l™opera di Aristotele, an che se bisogna attendere sino a Linneo (XVIII secolo) per avere una nuova classificazione delle piante fondata sulla struttura dei loro organi generativi. Le grandi scoperte geografiche ebbero un enorme influsso sulla formazione della nuova civiltà dell™occidente: non a caso l™inizio dell™epoca moderna è convenzionalmente fatto coincidere con la scoperta dell™America. Le scoperte geografiche non erano però una novi tà: già intorno al mille gli Scandinavi, con Erik il Rosso, si spinsero oltre l™Islanda verso occidente e ra ggiunsero una terra che essi chiamarono Vindland e che era certam ente l™America. La scoperta non ebbe seguito. Nel ‚200 cominciarono i te ntativi di navigatori audaci per spingersi a occidente, tentativi che culminano nelle scoperte del XV secolo. Nel 1486 il portoghese Bartolomeo Diaz ra ggiungeva il capo di Buona Speranza; nel 1498 Vasco de Gama raggiungeva l™India con la circumnavigazione dell™Africa. I viaggi di Colombo, poi, aprirono all™esplorazion e un nuovo continente che prese il nome di America in omaggio ad Amerigo Vespucci le cui relazioni di viaggio erano le più diffuse. Queste esplorazioni ebbero anche effetto immediato sulla scienza. Il fiammingo Gerardo Mercator (1512 Œ 1594) escogitò il sistema mode rno delle carte nautiche, utilizzando meridiani e pa ralleli per il reticolo qu adrangolare dei planisferi. L™inclinazione dell™ago magne tico, già osservata da Colom bo, servì poi a scoprire nel 1576 l™inclinazione del polo magnetico ch e per il nostro emisfero significa il progressivo abbassarsi del pol o nord segnato dall™ago col crescere della latitudine. Questo fenomeno attrasse l™attenzione sul magnetismo terrestre. Guglielmo Gilbert andò oltre le conoscenze dell™antichità in campo elettrico accertando che molti corpi oltre a quelli già noti sono elettrizzabili, ma soprattu tto espose l™idea che la terra si comporta come una grande calamita: idea rivoluziona ria perché assimilava un fenomeno cosmico ad un fatto sperimentale. La figura nella quale l™iniziativa scientifica del Rinascimento appare in tutta la sua forza e vivacità è quella di Leonardo da Vinci (1452 Œ 1519) . Per lui arte e scienza non hanno fini indipendenti, ma uno unico, cioè la conosce nza della natura. Leonardo considera la pittura come superiore a tutte le arti: ora la pittura cerca nelle cose la proporzione che le fa belle e pr esuppone quindi lo studio diretto a rintracciare nelle cose quella stessa armonia che la scien za esprime nelle leggi matematiche. Leonardo respinge nella ricer ca scientifica ogni autorità ed ogni speculazione che non abbia fondamento nell™esperienza : fiLa sapienza è figliuola della sperienzafl. L™esperienza non inganna mai, può ingannarsi tu ttavia il giudizio sull™esperienza. Per
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